La Spezia 07/11/1904 - Torino 16/05/1992

GINO ROSSETTI IL PIU’ GRANDE

Tratto da 1906-1989 A.C. Spezia – ieri, oggi, domani.
ed. La Nazione.
Testo di Fulvio Andreoni

“La guerra 1914-18 è terminata, il paese fatica a rialzarsi. C’è fame e miseria, coppia non amata. I fratelli Rossetti sono figli di un proprietario di forno. Sono dei privilegiati, il morso della fame neppure li sfiora. Hanno talento, desiderano sfogarsi, giocare per divertirsi. Arrivano allo Spezia e nel campionato 1921/22 esordiscono in prima squadra. Gino il più piccolo non può trattenere le lacrime, finalmente può indossare quella candida maglia bianca. Il sogno diventa realtà. E’ uno Spezia senza fortuna, ma darà al Torino il suo portiere Latella, uno dei migliori in campo nazionale e l’estrema sinistra Amadesi. Lo Spezia perde anche il fratello maggiore dei fratelli Rossetti, che emigra in Sudamerica.
Gino intanto cresce a vista d’occhio. La sua classe, il suo talento purissimo lo portano in breve ad essere uno dei migliori del momento. Il conte Marone Cinzano, Vittorio Pozzo ed il tecnico Karl Strumer osservano con molta attenzione l’atleta spezzino. Tutti d’accordo: dobbiamo acquistarlo a fine stagione. Nella partita del 12 aprile 1925 Rossetti realizza il gol della bandiera spezzina contro il Torino degli ex Latella ed Amadesi. Il conte Marone offre allo Spezia venticinque mila lire . Una ghiotta cifra per quel tempo. Lo Spezia accetta, poi ci ripensa e manda a monte l’affare. Non ci stà Rossetti che minaccia di andarsene a Valparaiso dove il fratello maggiore gioca ed allena la nazionale cilena. Davanti a questa decisione del giocatore i dirigenti dello Spezia accettano la proposta e cosi Rossetti và a Torino per formare con Libonatti e Baloncieri il più famoso trio che la storia calcistica ricordi. Alla fine della loro permanenza a Torino avranno realizzato ben 385 gol così ripartiti : Baloncieri 94, Rossetti 135 e Libonatti 156! Primato ancora oggi di reti realizzate nel Torino.

Campionato 1926/27, prima giornata, i granata sono a Livorno perdono due a uno è l’esordio di Rossetti con il Torino e sarà suo il gol torinista. Nel campionato 1927/28 anche il maggiore Giuseppe Rossetti arriva nel Torino dopo aver lasciato il Cile. Vi resta due stagioni con 29 presenze. Gino invece indosserà la maglia granata ben 219 volte. Lascia il Torino dopo il campionato 1932/33 per passare al Napoli dove vi resta fino alla stagione 1937/38 disputando un totale di 121 partite con 26 reti. Poi torna allo Spezia che lo incarica di svolgere mansioni di allenatore. Ma non ha molta fortuna. I tempi sono difficili con la guerra che incombe Gino Rossetti dopo il doppio incarico di giocatore allenatore passa alla Maceratese che sotto la sua guida gioca all’insegna dell’entusiasmo , sorretto moralmente dalla prestigiosa guida tecnica di Rossetti che gioca ancora con tanto entusiasmo. La squadra vince il campionato e passa in Serie B, Gino Rossetti viene confermato . Purtroppo la Maceratese retrocede e Rossetti lascia il posto di tecnico al fratello Giuseppe che già in precedenza aveva allenato i biancorossi di Macerata. Poi arriva il giorno del distacco. Rossetti torna a Torino dove tuttora vive e chi lo incontra sentirà sempre parlare di uno Sezia da leggenda di cui lui era il capo carismatico  Rossetti fa il suo esordio in nazionale a Genova il 30 gennaio 1927 contro la Svizzera battuta cinque a uno. Rossetti realizza un gol. E’ confermato contro la Cecoslovacchia e a Parigi contro la Francia. La sua quarta partita reca la data del 25 Marzo contro l’Ungheria a Roma dove segna una delle quattro reti contro le tre dei magiari. Partecipa anche alle olimpiadi di Amsterdam. In totale avrà 13 presenze con 9 gol. Non và molto d’accordo con Vittorio Pozzo, i bisticci sono frequenti. Rossetti non è un tipo latte-miele e così spesso viene messo in disparte. Poi è arrivato l’autunno, un vento tambureggiante, uno spettro di fumo che si alza tra gli alberi. Oggi il nostro protagonista ama spesso ricordare la sua primavera , quando su tutti i campi riceveva applausi e consensi. Le stelle spuntano al tramonto, fa ancora freddo per prendere un cocktail a Piazza San Carlo,meglio starsene tra i propri ricordi e rivedere ad occhi chiusi quel sentiero lungo il mare correre al cospetto di una scogliera che pare sia formata da tanti dinosauri in letargo. “

IL CILE PUO' ATTENDERE

Tratto da “ La grande Storia del Calcio Italiano”

Testo di Carlo F. Chiesa

“ Il suo cognome sarebbe Rosetti, ma un errore dell’Anagrafe di La Spezia ha aggiunto una “s” e allora per tutti quella massa di muscoli e classe si chiama Gino Rossetti. E’ nato a La Spezia il 07 novembre 1904 e ha rischiato di uscire quasi subito dal grande calcio. Quando aveva 22 anni, si segnalò nelle file del club della sua città come poderoso attaccante dal gol facile e il Torino mise gli occhi su di lui e lo acquistò per 25 mila lire. Il Consiglio direttivo dello Spezia tuttavia si mise di traverso, non avvallando l’operato del dirigente che aveva concluso l’affare. Per il giocatore sfumava l’ingaggio che poteva cambiargli la vita. Deludo, decise allora di cambiarla in modo diverso, cioè raggiungendo il fratello maggiore Giuseppe, emigrato in Cile e calciatore a Valparaiso. Saputolo i dirigenti liguri decisero di tornare sui propri passi, per non perdere sia il guadagno che il giocatore. Ma Rossetti era sparito. Fu il portiere Latella a scovarlo la sera del 3 ottobre, in un piccolo albergo del porto di Genova, in attesa dell’imbarco. Con la maglia granata , inserito nel trio delle meraviglie con Baloncieri e Libonatti, il ragazzo esplode, confermando capacità realizzative devastanti : 19 gol nel suo primo campionato, 23 in quello dopo e addirittura 36 (in 27 partite! ) nel 1928/29, dopo essere stato protagonista della medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Amsterdam. Nel primo campionato a girone unico, in una squadra pesantemente condizionata dalle fatiche e vicissitudini della tournèe estiva in Sudamerica e soprattutto dalla malattia che tiene a lungo Libonatti lontano dai campi di gioco, con 17 reti mantiene alto il vessillo granata, confermando un rendimento straordinario”

Spezia – Genoa 0-1 del 10 maggio 1925

Cronaca di A. Masseglia pubblicato sul giornale l’Opinione del 11/05/1925

“ I giuocatori spezzini hanno dato l’impressione che gravasse sui loro animi il peso della subordinazione gerarchica nei confronti degli autorevoli colleghi ed avversari in campo, tanto ci sono apparsi alle prime battute disorientati e titubanti.

Rinfrancatisi in proseguio di tempo, hanno combinato  soltanto e appena discretamente e ciò perché in prima linea non è esistito che Gallotti per la insufficienza di alcuni degli altri e per la colpevole e deprecabilissima inazione continua di Rossetti. Questo giocatore che pure ha doti brillanti ha il grave difetto del menefreghismo come giuoco d’assieme e di una indisponente bizzosa e fanciullesca cattiveria verso i compagni e quel che è più brutto, con gli avversari. Tutto questo noi gli diciamo pubblicamente perché si ravveda fino a che è in tempo poiché con arbitri che non siano della mollezza sorridente dell’ avvocato Minoli, i pugni nella schiena o i calci a tradimento agli avversari si pagano con l’espulsione e allora non bastano i peana di giornalisti amici…”

Da lo Sport Fascista del 1928

Rossetti II – l’interno sinistro”

“Scovato nel prolifico “covo” spezzino, Rossetti andò in Nazionale al …. rimorchio di Libonatti e Baloncieri. La sua inclusione volle dire il bando o quasi di Cevenini III e Magnozzi, due campioni assai cari alle folle. Di mezzi fisici esuberanti, palleggiatore espertissimo, Rossetti si è mondato del peccato di individualismo, della mania di scorazzare per il campo, che una volta viziavano il suo giuoco ed oggi egli completa alla perfezione quel trio che ha contribuito a formare. La sua celebrità non essendo ancora pari a quella dei suoi due compagni, Rossetti è guardato un po’ meno dagli avversari, ciò gli permette di essere dei tre, il più marcatore di punti. Anche i suoi tiri non perdonano.”

Amichevole del 10/03/1929 Spezia – Prato 2-0

Cronaca di Renato Righetti pubblicato sul giornale il Tirreno del 11/03/1929

“L’annuncio che Rossetti II, reduce dal trionfo di Bologna si sarebbe allineato con i vecchi compagni di squadra è valso a richiamare al “Picco” una folla enorme di sportivi desiderosi di ammirare il grande nazionale, di constatarne i formidabili progressi realizzati in questi anni di assenza dalla città natale, di gustarne il fine gioco fatto di tecnica impareggiabile e di innata astuzia.

E l’aquilotto… azzurro ha pienamente appagato i desideri dei suoi numerosi supporters, facendo rifulgere a tratti la sua alta classe, esibendosi in tiri acrobatici, driblando in stile perfetto gli avversari, giocandoli maliziosamente, lanciando in porta alcune cannonate arsenicali.

Abbiamo detto “a tratti” e non vorremmo con questo essere fraintesi, il dominatore di Bologna non ha voluto per nulla impegnarsi e solamente si è accontentato di fare sfoggio della sua classe in alcuni momenti della convulsa tenzone. Egli ha segnato gli unici due punti della giornata, al 30’ del primo tempo raccogliendo la palla dopo una pèefetta intesa Malatesta-Ghidoni e battendo il portiere che abbozzò fuori tempo il tentativo di parata; all’ottavo della ripresa insaccando su fallo, un bolide nella rete di Belluomini da circa venti metri.”

10 dicembre 1933 il Napoli batte 2-1 l'Alessandria . Nella ritaglio di giornale, si vede Gino Rossetti che segna il goal del pareggio 

Dal Littoriale del febbraio 1934

Articolo a firma di Cenzo Bianculli

Con il suo nasino all’insù, Rossetti sembra che abbia nel profilo del viso tutto il sommario del suo gioco preciso ed impertinente, “ Avere un nasetto alla francese diceva un esperto di cafè-chantant” significa far fortuna sui palcoscenici di legno. Ora che ci penso, avrei voluto domandargli se avere il naso più o meno alla bull—dog, in campo calcistico, non significhi essere un virtuoso della palla rotonda. Se così fosse vedremo molti campioni di oggi giù di corda, sottoporsi all’operazione inversa a quella che hanno subito Dampsey, il comandante Ferrarin ed il bravo Sclavi.

Gino Rossetti, azzurro solo dall’inizio di questa stagione, ama far le cose per bene. Lo chiamano l'' "estroso”, il “bizzarro”, il “lunatico” Rossetti, invece c’è da credere che se a Spezia son lunatici come lui, vuol dire che la parola ha perduto di significato. Per dirne una prima che si trasferisse da Torino a Napoli, mandò avanti un battistrada che non tutti i mariti prescelgono per farsi preparare un nido; mandò la suocera, un’amabile (?) signora torinese che ebbe l’abilità di scovar per i coniugi Rossetti un delizioso quartierino non solo maa anche quella di riabilitare la bistrattata classe delle suocere. Prima che si trasferisse da Torino, abbiamo detto, e senza volerlo abbiamo fatto tutta la storia, Rossetti calciatore. Dal natio “Spezia” aquilotto dal rostro forbito e dalle ampie timonerie , l’attuale attaccante del “Napoli” trasmigrò a Torino dove ebbe la fortuna di trovarvi già il fratello , l’ormai dimenticato Rossetti I, che giocava mediano nei granata. Nei primi calci fuori casa, Gino ebbe quindi fraterno sostegno. La fortuna di Rossetti non fu lì. Rossetti trovò il suo filone d’oro il giorno in cui Baloncieri svestì l’onorato maglione grigio di Alessandria e specialmente quando da Rosario di Santa Fè, sbarcò in Piazza Carlo Felice il nasuto Libonatti.

Entriamo nel periodo d’oro del calcio italiano e Rossetti vi si doveva legare a filo doppio. Il trio del Torino che era contemporaneamente il trio della Nazionale, ebbe vita lunga ed onorata, ed onori lunghi e …. sonanti ebbero Baloncieri, Libonatti e Rossetti, quest’ultimo in special modo, per la stangata che permise molte volte ai torinesi di sprizzar superbia. Fu merito anche di Rossetti se il Barcellona, il club maggiore della Spagna dovè sopportare in due giorni la bellezza di nove goals; fu anche merito di Rossetti se il “Torino”, cui era stato vietato fregiarsi di uno scudetto clamorosamente conquistato, potè riconquistarlo l’anno di poi. E fu sempre anche per merito di Rossetti se la nazionale italiana potè raccogliere, in quel periodo, dei risultati da cui ancor oggi il calcio italiano trae lustro e decoro.

Come per tutte le cose di questo mondo, Rossetti non trovò sempre fiori là dove un giorno olezzavan le rose;  Torino, dove si è campioni intanto che si giochi bene, ma dove non si esita un istante nel liquidare chi non è più all’altezza della propria fama , Rossetti, specie nell’ultimo campionato ha sentito sibilar fischi dal prato e motteggi dalle tribune….

Rossetti, col suo nasino di giocatore sbarazzino, ma anche col suo nasaccio di cane sempre in punta, comprese che non era più aria, e non indugiò a dir si, il secondo si dell’anno ( il primo l’aveva già pronunziato impalmando una gentile signorina torinese, con la quale, in tempi di vacanze, cura i polli e cerca i funghi in un paesino vicino Torino) allorchè l’inviato del “Napoli” , munito delle necessarie credenziali sotto forma di un centinaio e passa biglietti da mille, ne fece richiesta. Rossetti, ragazzo compito fece subito il suo telegramma di gioia alla nuova società e quando venne a Napoli, tanto per smentire la sottile fama che mirava a renderlo impopolare in partenza, meravigliò lo stesso Garbutt il quale si vedeva accogliere, con certosina rassegnazione, i dieci e dieci giri di campo che Rossetti, per smaltire le forme troppo abbondanti, si è sbafato sulla pista dell’Arenaccia, sotto il torrido sole partenopeo. E oggi Gino, è un punto di forza del Napoli, alle volte esaspera per testardaggine con la quale vuole imporre un’azione, per la cocciutaggine con cui vuol riuscire in una acrobazia. Ma nel quadro della partita, Rossetti si rivela per quel che è : un campione. Un campione generoso che termina sfiancato la partita, per essere corso a dar man forte al terzino, per avere inseguito l’ala come un mediano, per aver tirato in rete come un attaccante. Fiato da struzzo, intelligenza sveglia, piede centratissimo sui palloni più strambi meno facili a domare, Rossetti l’uomo di fatica per antonomasia.

Altruista fino all’eccesso, se un appunto è da muovergli questo riguarda ancora la sua fobia nell’assumersi la responsabilità del tiro. Ma non sciupa una palla, specie nei momenti cruciali della partita: fu lui che concluse contro il Milan, fu lui che stroncò le velleità del Palermo. Fu ancora lui che ha dato al Napoli di quest’anno la più bella carta della bellissima sequenza che oggi ci fa vedere un Napoli pressoché inattaccabile nella posizione di quarta rappresentante italiana alla Coppa d’Europa.

A Napoli Rossetti è un beniamino della folla e un apprezzato dai tecnici; a Roma, contro la Lazio, il pubblico romano ha constatato di quali panni vesta il mezzo sinistro degli azzurri. Domenica contro la selezione ungherese Rossetti, memore dei bei tempi di un Torino rullo compressore, toglierà ancora dal suo scrigno le perle più belle, così come il vecchio destriero dilata le froge e nitrisce, quando i tamburi rullano l’aria, pregna di polvere, ricorda le ore vibranti delle grandi battaglie.

 

Da "IL CALCIO ILLUSTRATO" del 1938

La Serie B presenta i suoi campioni.

“Anche lo Spezia vediamo in ascesa .La vecchia volpe Rossetti ritorna dal suo giro attraverso l’Italia e non solo sarà l’allenatore della squadra, ma ne sarà altresì la mezz’ala. Rossetti che l’anno scorso giocava ancora nostalgicamente una stagione tra le fila granata, ha avuto campo di osservare nelle file delle riserve juventine, un biondo e ricciuto giocatore cui è predetta una grande carriera. La Juventus avrebbe voluto lanciare da sé questo biondo Bruno Dante (detto “Virì” perché era l’allievo prediletto di Rosetta) ma invece s’è lasciata persuadere ad affidare allo Spezia il lancio del giovane. Inoltre Rossetti ha adocchiato il portiere Camerario, pure della Juventus, ed ha gettato abili reti per assumerlo. Se la Juventus lo cederà lo Spezia potrà sostituire con ottimi risultati il suo portiere titolare Malerbi.”

i calciatori del Bologna e del Torino si fanno fotografare insieme al comandante della motonave Conte Rosso che li porterà in Sud America per una tournè calcistica. Si riconosce Gino Rossetti con il maglione bianco che sorregge il salvagente con il nome della nave.

La foto del 1929 è tratta dal sito http://tremareilmondofa.blogspot.it/

  • 25/03/1928 ITALIA-UNGHERIA (SECONDO DA DESTRA IN PIEDI)
  • Il tesserino della Figc) (Grazie a Luca)
  • Nel Napoli
  • In nazionale
  • Terzo da sinistra in visita a Superga
  • Con la rappresentativa ligure
  • Con la nazionale (Grazie a Luca)
  • Con la bandana bianca tiene per mano la bambina
  • In nazionale
  • Con il Torino contro il Casale
  • Rimpatriata in Piazza del mercato a La Spezia
11 05 1925 Spezia - Genoa
23 11 1934

 

 

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